domenica 30 dicembre 2012

San Paolo sparita... La Società Aerostatica Avorio



Non lontano dalla Vasca Navale, in via della Vasca Navale 84, nel 1936 (contemporaneamente ai lavori di costruizione dell'O.M.I.) inizia la costruzione degli edifici della Società Aerostatica "Avorio", specializzata nella produzione di materiale per l'aviazione ed in particolare di paracaduti.


Dopo la sua dismissione della fabbrica, l’immobile viene acquistato dalla Edil Luser, con sede a via Crescenzio 25, e nel 1991, dalla Salini Costruttori spa, con sede a via della Dataria 22, e, dopo una ristrutturazione e consolidamento, viene dato in locazione all’Università. Il nome SIBA (Società immobiliare Balestra), con cui è conosciuto l’edificio, viene dato alla società creata dalla Salini per l’acquisto dell’immobile.
L’edificio si trova in un’area depressa rispetto agli attigui via Pincherle e largo S. Leonardo Murialdo ma allo stesso livello dell’O.M.I. Dal punto di vista architettonico, la Società Aerostatica “Avorio” è simile alla vicina O.M.I., anche se il suo aspetto esterno è forse ancor più severo, oltre che più originale, grazie ad alcune bande di blocchi in tufo a forma esagonale, intercalate da strisce di mattoncini, che decorano la facciata dell’edificio principale a pianta quadrata. Sul lato est di questo edificio, che originariamente racchiudeva un ampio atrio (attualmente coperto ad uso laboratorio), è inserita al piano terra una lunga ala a forma irregolare, sfruttata nel riuso da diversi laboratori e dagli studi dei rispettivi docenti. Questa ala forma all’esterno un ampio spazio scoperto, chiuso anche sul lato sud da un altro edificio (ex-capannone) a un sol piano. Nel progetto di riuso questo spazio scoperto è stato unificato mediante una pensilina trasparente sul perimetro interno.

Non si sono trovati finora documenti storici riguardanti la fabbrica di paracaduti, con l’eccezione di una planimetria del Valco S. Paolo risalente agli anni ’40, dove è appunto indicata la denominazione originaria della società occupante l’area, che sul lato est è fiancheggiata dal “Carro di Tespi” dell’Opera Nazionale Dopolavoro.

Attualmente il complesso ospita i Dipartimenti di Ingegneria Elettronica e di Fisica “E. Amaldi” e la Biblioteca d’Area Scientifico-Tecnologica.


Per ulteriori approfondimenti sui progetti di riuso degli spazi industriali dell'Ostiense da parte dell'Università Roma Tre rimandiamo al post dedicato al libro Fabbriche della Conoscenza:

Clicca sull'immagine per accedere al post

Nessun commento:

Posta un commento